Roberto Carlino, da Napoli alla NASA: “Progetto robot per lo spazio”

Tratto fa Fanpage.it  del 3 giugno 2019

Roberto Carlino

Abbiamo intervistato il giovane ingegnere aerospaziale partenopeo Roberto Carlino, approdato al prestigioso centro di ricerca Ames della NASA dopo una laurea all’Università Federico II di Napoli. Ha iniziato lavorando al progetto TESS, il nuovo “cacciatore di pianeti” erede spirituale del Telescopio Spaziale Kepler; ora costruisce robot rivoluzionari. Ecco cosa xci ha raccontato.

Roberto Carlino, trenta anni appena compiuti, è un ingegnere aerospaziale di Napoli che già da alcuni anni lavora per la NASA, nel centro di ricerca AMES. Al momento è impegnato nella progettazione di robot sperimentali che fungeranno anche da “assistenti” all’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale, monitorando al contempo diversi parametri sensibili del laboratorio orbitante. Il progetto ASTROBEE potrebbe gettare la basi per la realizzazione dei robot che assisteranno gli astronauti delle future missioni lunari e magari durante il primo, storico sbarco su Marte. Gli abbiamo posto alcune domande sul suo lavoro, su come è nata questa passione per lo spazio e chiesto dei suoi sogni, dopo aver conquistato con l’impegno la più autorevole agenzia aerospaziale del mondo. Ecco cosa ci ha raccontato.

Dalla laurea con lode all’Università Federico II di Napoli a uno dei più prestigiosi centri di ricerca della NASA, l’AMES nel cuore della Silicon Valley. Come ha raggiunto questo ambizioso traguardo e quando è iniziata la sua passione per lo spazio?

Sono arrivato alla NASA Ames poco più di 4 anni fa. Ho avuto la fortuna di fare un tirocinio di 1 anno inizialmente, per poi essere stato assunto a tempo pieno sul progetto TESS, missione successiva al telescopio spaziale Kepler, il cui obiettivo è di scoprire esopianeti simili alla Terra, quanto più vicini al nostro sistema solare. Subito dopo TESS, sono passato a lavorare sui robots Astrobee, che dopo 1 anno e mezzo abbiamo lanciato sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La mia passione per lo spazio è nata in seguito a 2 eventi molto precisi della mia adolescenza. Il primo, quando avevo circa 13 anni, fu la visione del film Contact, inspirato dall’omonimo libro di Carl Sagan (uno dei più grandi divulgatori scientifici e astronomici della storia), che racconta la storia di un’astronoma che trova un messaggio proveniente da una civiltà intelligente al di fuori del nostro sistema solare. L’idea che nell’universo possa esistere un’altra forma di vita intelligente oltre alla nostra mi incuriosì tantissimo all’epoca. Ne volevo sapere decisamente di più.

Il secondo evento, quando avevo 17 anni, che motivò la mia scelta di appassionarmi e poi studiare ingegneria aerospaziale fu la lettura del libro “Dal Big Bang ai buchi neri” (in originale chiamato “A brief history of time”) del famoso fisico e scrittore Stephen Hawking. Scoprire che il cosmo è tuttora una fonte inesauribile di misteri e segreti mi affascinò tantissimo e posso dire senza dubbio che è ancora oggi la mia più grande fonte di ispirazione.

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A cura di Andrea Centini

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