Un gesto di pura solidarietà e di vicinanza quello fatto dai giovani medici dell’Usca di Casoria di Napoli
Tratto dal sito di Ambasciator
La mattina della viglia di Natale, cinque medici USCA del distretto 43 dell’ASL Napoli 2 Nord, di propria iniziativa, hanno deciso di far visita al Madrinato San Placido di Casoria
Matteo, Marco, Michelangelo, Roberta e Rosalba: medici USCA o dottori in trincea.
Così sono stati più volte definiti i neo-abilitati “arruolati” nelle USCA.
La chiamata alle armi, però, è non priva di preoccupazioni.
Il loro compito è infatti quello di fare visite e tamponi domiciliari ai pazienti covid-positivi, adempiendo ai compiti che spettano di norma al medico di base, in questo caso tirato fuori per cause di forza maggiore.
Ma si sa, certe volte anche i rischi vengono messi da parte quando in gioco c’è la felicità di qualcun altro.
I medici USCA dell’ASL Napoli 2 Nord: Babbi Natale sotto-copertura
Così prende vita l’iniziativa dei cinque dottori, che la mattina del 24 dicembre hanno deciso di far visita al Madrinato San Placido di Casoria.
Il Madrinato San Placido e S.S. Angeli Custodi è un istituto religioso gestito dalle Suore Vincenziane che persegue, senza fini di lucro, l’obiettivo di sostenere le persone più bisognose ed in modo particolare anziani e bambini.
Agghindati con accessori natalizi e sacco in spalla, i cinque medici si presentano all’entrata della RSA.
Matteo, neo-dottore da qualche mese, ci racconta un po’ la loro iniziativa sotto-copertura.
Cosa avevate nel sacco?
40 piccoli panettoni, uno per ogni ospite. È stato più che altro un gesto simbolico. Il nostro scopo era quello di alleviare per un po’ le sofferenze di chi è stato colpito dal covid.
Quali sono state le reazioni suscitate?
Nessuno si aspettava che la mattina della vigilia di Natale si potesse dedicare il proprio tempo al prossimo. Noi di conseguenza non ci immaginavamo tutta quella contentezza da parte loro.
Come mai avete deciso di far visita al Madrinato di San Placido?
Avevamo già visitato la casa di riposo sia per le visite che per i tamponi ed è stato bello tornare lì per un altro motivo, con tutti i pazienti ormai negativi tranne una.
Quindi la paziente positiva non ha ricevuto la vostra visita?
No, anzi. Siamo stati scrupolosi nel prepararci soprattutto per non escludere nessuno. Ci siamo vestiti come al solito, con tutti i DPI: guanti, mascherina, visiera, tuta ecc. e lasciato la sua visita per ultima, in modo da poterci infine cambiare e igienizzare.
Cosa vi resterà impresso di questa mattinata?
Sicuramente tutte le belle parole e benedizioni a cuore aperto degli ospiti. Una in particolare mi ha fatto riflettere su quello che sto facendo, lo scopo della mia professione.
Non vi dimenticate di noi. Perché il morale alle volte sta molto giù, ma in questo momento mi sento un’altra. Fa sempre piacere vedere delle persone che si interessano.
Ho capito che a volte provare compassione non è abbastanza, ma è l’empatia, che ci rende dei medici migliori.
Le feste quest’anno, hanno avuto un sapore diverso. Il Natale si è svestito delle sue superficialità e ha mostrato la sua vera essenza.
Babbo Natale ha messo da parte cintura e cappello ed ha indossato guanti, visiera e mascherina.
Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.
Madre Teresa di Calcutta”
Infatti il giorno 24 dicembre i giovani medici che fanno parte dell’Usca di Casoria hanno portato una ventata di gioventu e soprattutto di umanità recandosi nella struttura di accoglienza per anziani delle Sorelle di via San mauro a Casoria dove oltre aver fatto il loro normale compito legato alla Pandemia hanno voluto con i loro doni testimoniare la loro vicinaza alle tante persone anziane che si trovavano nella struttura .Se pur con le dovute cautele coni dispositivi di prevenione medica “abbracci”
Le Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli operano a Casoria dal 1932. In quell’anno furono accolti sessanta
anziani nell’appena costruita Casa di riposo “S. Mauro” sorta su un terreno agricolo di Alfonso Castaldo, allora preposto
della Chiesa di S. Mauro e futuro cardinale.