Internazionalizzazione: quali step per renderla efficace.(Analisi di Ubaldo Livolsi)

Intervista a cura di Angelica Bianco apparsa sulla Discussione  del 7 luglio 2021,tratta dalla rubrica Crea Valore

“Professor Ubaldo Livolsi dove va il mondo e dove siamo noi?La presenza media delle imprese italiane nei mercati Usa,Russia,Cina in rapporto agli altri paesi europei è molo bassa ,cosa sarebbe necessario fare?

E’ necessario fare una valutazione anche di tipo qualitativo,settore per settore,Così è certamente riguardo per esempio all’automotive in Cina,dove Germania e Francia predominano sull ‘Italia.Tuttavia,nel 2019 il numero di imprese cinesi a partecipazione italiana nel lontano Paese orientale ammontava a circa 1600 per un giro di affari di oltre 27 miliardi di euro ,escluse le 400mila domiciliate ad Hong Kong per un volume di oltre 8,4 miliardi di euro,Se negli anni Novanta c’era una alta concentrazione di investimenti nell’automotive,nella meccanica strumentale e nelle attività a basso livello tecnologico dal nuovo millennio si sono diffusi alimentare,prodotti in gomma ,plastica,elettrici ed elettronici e il medicale.

Molto positive pure sono le relazioni con la Russia.Dopo anni di regime sanzionatorio,fra Italia e Russia c’è ancora feeling dal punto di vista dei legami economici,commerciali ed energetici.l’Italia è il quinto fornitore della Russia,dove nel 2019 ha esportato beni per 9 miliardi e 700 milioni.Nello stesso anno ammontava a 22 miliardi e 500 milioni il valore dell’interscambio commerciale tra i due Paesi.Meccanica ,moda,agrolimentare e chimica/farmaceutica rappresentano le principali esportazioni italiane in Russia.

Per quanto riguarda gli Usa ,oltre oceano sono presenti 1200 aziende italiane,con forte prevalenza delle società commerciali,mentre i siti produttivi rappresentano una quota del 10% del totale.In termini settoriali la partecipazione maggiore riguarda i settori meccanica e mezzi di trasporto,moda ,servizi ,arredamento-edilizia e agroalimentare.

Cosa offrono le istituzioni governative in particolare della Russia e della Cina alle impres italiane?

Russia e Cina hanno sviluppato politiche industriali volte a favorire la localizzazione industriale o commerciale delle nodtre imprese con un “pacchetto” di incentivi commerciali,industriali e fiscali.Destinatarie particolari sono le PMI,che non dimentichiamo sono oltre il 90% delle nostre impres attive.L’internazionalizzazione impone un lavoro notevole,che richiede il coinvolgimento di Enti governativi,associazioni e istituzioni finanziare.Una situazione che conosco bene.Si accolga un riferimento personale,la società che ho fondato e ho l’onore di presiedere e rappresantare esclusiva in Italia della Zona economico speciale ( ZES)di Stupino e in Cina sia dell’Ente per lo sviluppo Economico della Regione del Zhejang sia del Parco sino-italiano di Dequing che sorge nel medesimo territorio.

Prendiamo un’azienda tipo facente parte dell PMI come potrebbe essere guidata a livello di consulenza;quali sono le fasi d un processo di internazionalizzazione efficace?

Questo genere di operazione solitamente segue un modello in tre fasi:

1 Market Orveview,per verificare la quantità e il valore delle vendite,competitors e distributori prodotti registrati in commercio e/o certificazioni necessarie e prezzi alla distribuzione /utente finale e il valore  medio dei tender;

2- Sales & Industrial Development Planning & Project,per individuare e verificare dei partener industriali e/o commerciali esteri interessati alle tecnologie dell’ impresa e/o alla successiva commercializzazione dei suoi prodotti/soluzioni;

3-Sales /Producion & Financial Facilties & Benefits,per analizzare sostenibilità del progetto di localizzazione commercialie/produttiva attraverso l’utilizzo di strumenti economico/fianziari previsti da Cina e Russia per il supporto alla localizzazione commerciale/produttiva  di imprese straniere.

Dopo il processo di internazionalizzazione quali gli “step” indicati per strutturare al meglio le aziende?

Più che passaggi obbligati da seguire,le nostre aziende che creano parthenship commerciali e/o produttive in Cina e Russia necessitano di un cambio di paradigma:fino a qualche anno fa cercavano un socio locale per commercializzare i loro prdotti sui mercati esteri,russo e cinese,oggi devono trovare un’impresa locale per creare una jont venture commerciale e/o produttiva.Ciò significa conoscere,adeguarsi e abbracciare la mentalità e la prassi organizzativa,manageriale e del capitale umano locali,il che non è facile vista la nostra cultura europea ed occidentale.Cionondimeno quello dell’internaziolizzazione è un passaggio strategico per le nostre aziende,la cui creatività e i cui prodotti sono molto apprezzati in Cina e Russia,per essere competitive nell’agone internazionale.

Quali le sue valutazioni circa le prese di posizioni emerse durante l’ultima visita in Europa del Presidente Joe Biden,che ha rispolverato un certo atlantismo in chiave anti-comunista?

Nel 2020 Italia e Cina hanno celebrato il 50esimo anniversario della normalizzazione delle rispettive relazioni diplomatiche.Nel 2019 l’Italia aveva aderito,primo paese del G7 a farlo,alla Belt and Road Iniziative.Anche la Russia mostra un grande amore per l’italia.Mosca vede in Roma un mercato di riferimento e una spalla diplomatica nell’Occidente.

La Russia continua a investire su di noi,riservandoci massimi onori in tutte le occasioni,da quelle fieristiche a quelle diplomatiche.il nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Ministro degli Esteri,Lugi di Maio,sanno bene che le relazioni commerciali con questi due grandi Paesi possono parallelamente procedere e           svilupparsi con la vocazione atlantica dell’Italia.In un certo senso è una riedizione di quanto i nostri” padri”della Prima Repubblica,i quali con grandi capacità diplomatiche e manifestando sempre la loro fedeltà all’atlantismo,portarono all’apertura si stabilimenti produttivi a Togliattigrad.”