Ubaldo Livolsi: “A Saint-Vincent di scena la transizione (popolare e verde)”
tratto dalla redazione “La Sicilia”del 25.10.2021
Adnkronos
“Aosta, 25 ott. (Labitalia) – Si è tenuto a Saint-Vincent il convegno ‘E’ tempo di transizione’, organizzato dalla Fondazione Democrazia Cristiana Fiorentino Sullo, organizzazione che fa capo a Gianfranco Rotondi, e dalla testata giornalistica La Discussione. Congiuntamente si è svolto l’evento Orgoglio Italiano di Angelica Bianco con focus sulle eccellenze imprenditoriali nazionali. “La tavola rotonda ‘Carlo Donat Cattin 30 anni dopo’ – dice all’Adnkronos/Labitalia Ubaldo Livolsi, esperto di economia e finanza, già ceo di Fininvest, colui che condusse la quotazione in Borsa di Fininvest e Mediolanum, uno dei relatori all’appuntamento di Saint-Vincent – è stata dedicata al politico e sindacalista democristiano, via via ministro del Lavoro e delle politiche sociali, dell’Industria e della Sanità. Il pensiero e le scelte di Donat Cattin, che molto correttamente fu definito ‘il ministro dei lavoratori’ hanno rappresentato bene il ruolo fondamentale che la Democrazia Cristina ebbe nel risollevare l’Italia uscita a pezzi dal dopoguerra evitando che cadesse nell’orbita comunista e consentendo così lo sviluppo, la crescita e il benessere che abbiano avuto e ci ha portato ad essere tra le prime potenze economiche mondiali”. “Non solo – ricorda – Donat Cattin fu forse l’esempio maggiore di quella capacità della DC di interessare il popolo ed essere un movimento popolare e interclassista, cui aderivano operai, contadini, impiegati e imprenditori. Tutto ciò realizzato in maniera moderna, efficace e pragmatica. Non dimentichiamo che con Gino Giugni fu il padre dello Statuto dei Lavoratori, che, come si dice, portò la nostra Costituzione nelle fabbriche. Fu fautore della corrente Forze Nuove e della politica del preambolo che sostanzialmente mirava ad escludere i comunisti da incarichi statali, il che gli valse l’azione contraria dei comunisti che presentarono una mozione di sfiducia quando fu ministro della Salute, che fu però respinta dalla Camera dei deputati, nel febbraio del 1989. La sua visione dell’economia e della politica, seppure declinate al contesto attuale, può ancora essere un motivo ispiratore”. “Il titolo del convegno – sottolinea – è stato ‘Tempo di transizione’. È evidente che è complesso realizzare le scelte politico-economiche per conseguire tale transizione. Sappiamo bene che il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato incaricato dal capo dello Stato Sergio Mattarella con due obiettivi: portare il Paese fuori dalla pandemia e gestire i fondi di Next Generation Eu, di cui l’Italia è il maggiore destinatario tra i Paesi membri. Dalla emergenza sanitaria, pur con le complicazioni del Green pass ne stiamo uscendo, la chiave è la gestione dei fondi di Bruxelles. Il Pnrr, cioè la declinazione italiana del Recovery Plan, sta pianificando molto bene gli investimenti, del resto favorito dai binari tracciati chiaramente dall’Unione europea con i principali traguardi della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale”. “Il rischio – avverte – è quello di una certa tecnicalità, mentre serve la capacità di investire negli ambiti e nelle aziende più competitive del Paese, le eccellenze nazionali, quelle in grado di competere e vincere nell’agone competitivo globale contestualizzando gli interventi all’interno delle dinamiche mondiali, pensiamo a temi come il costo dell’energia o le dinamiche geopolitiche che vedono un riaccendersi della competizione tra Usa e Cina”. “Nella tavola rotonda ‘Arriva la balena verde?’ – sostiene – si è parlato del tema ambientale. Il concetto di balena verde, che va a sostituire con una provocazione la balena bianca democristiana, bene esprime la necessità che lo sviluppo, la crescita e l’economia non possono che essere sostenibili, dunque semplificando verdi. È l’obiettivo che si è data l’Unione europea con Next Generation Eu, ma anche la Cina di Xi Jinping e gli stessi Usa di Joe Biden, che sono rientrati nell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici cui era uscita con Donald Trump alla Casa Bianca”. Per Livolsi tuttavia “è evidente e sono convinto che sarebbe una scelta sbagliata puntare a costruire un partito verde (una balena verde), il concetto della sostenibilità può essere invece un tema, se non il tema ispiratore, di un nuovo progetto politico che unisca più forze e partiti di ispirazioni diverse, popolari, liberali e socialisti, che operino con obiettivi puntuali e di rapida attuazione di ottimizzazione ambientale. In questo senso, sì, si è può parlare dell’avvento di una balena verde. Ciò inoltre asseconda la volontà dei giovani. La sostenibilità, al di là del caso mediatico di Greta Thunberg, seppur utile, è parte integrante della volontà dei giovani, un modo per avvicinarli anche alla politica da cui per troppo tempo si sono tenuti lontani”. “La tavola conclusiva – continua – condotta da Anna La Rosa, e che ha visto le telefonate sia di Silvio Berlusconi che di Antonio Tajani, era intitolata ‘L’Italia che verrà’. Non possiamo aspettarci che un’Italia migliore, in cui, dopo i privilegi della nostra generazione, quella del posto fisso e delle pensioni immeritate, ci sia una crescita e uno spazio maggiori per i giovani, che hanno diritto alle stesse nostre opportunità e che anzi hanno dimostrato di meritarsele, per come sono preparati, avvezzi alle nuove tecnologie, poliglotti, veri cittadini del mondo”. “Certo – ammette – parliamo di una minoranza, penso al ritardo del Sud e dei loro giovani che non si emancipano attraverso il conseguimento di competenze e professionalità, e che magari per questo emigrano coi loro cervelli, ma la strada non può che essere quella di una economia sana, competitiva, che premi i migliori. Per questo è fondamentale che i fondi di Next Generation Eu siano spesi in tale ottica”.”