Riflessioni di Riccardo De Vito

Oltre l’emergenza sanitaria

Nella prima metà del 2021, il 20% circa della popolazione ha vissuto in un’economia domestica il cui reddito complessivo, almeno da alcune valutazioni di carattere personale, è diminuito negli ultimi 12 mesi. Tuttavia, tra il 2019 e il 2021 la quota di persone che sono riuscite facilmente o molto facilmente a sbarcare il lunario è aumentata sensibilmente.

 

Ciò spiega, oltre che per un generale calo dei consumi, anche perché nel periodo in questione si è più spesso rinunciato ad attività ricreative, come andare al ristorante oppure praticare attività sportive o culturali, una diffusa e quanto mai sofferenza dei rapporti sociali ed interpersonali. In particolare i giovani, che in questa crisi sanitaria, hanno pagato e continuano a pagare un prezzo altissimo con ripercussioni negative sul morale ed anche sullo stato psichico più in generale della popolazione giovanile del paese. I quali, oltre a manifestare il disagio verso la negatività del momento, vedono sempre e con maggiore demotivazione, le proprie prospettive future di crescita ed il loro inserimento nel mondo del lavoro. Tale sfiducia, è determinata anche dalla pandemia che ha sicuramente incrementato un gap occupazionale, storicamente radicato nel nostro paese, rispetto ad altre realtà europee.

In questa seconda metà del 2021, si stanno manifestando, nella stratificazione sociale Italiana, preoccupazioni più marcate per la situazione finanziaria ed economica in generale, in particolare ci si è sentiti molto meno sicuri del posto di lavoro con l’introduzione di alcune restrizioni, come la carta verde, che mai ha visto dei precedenti in Italia, e che sta coinvolgendo ogni settore del lavoro, dai servizi alla produzione manifatturiera ed alla PA. E dagli ultimi indicatori e/o studi di settore, progressivamente si vedono le prime avvisaglie di una crisi inflazionistica all’orizzonte, spinta dal rialzo dei prezzi delle materie prime energetiche, con la conseguente ripercussione nella filiera della logistica, servizi per la distribuzione di energia eletrrica e GAS, fino al manifestarsi con effetto della risalita dei prezzi al consumo nella GDO. 

La fiducia nel sistema politico è tornata a decrescere lievemente sotto queste prospettive, pur mantenendosi a un livello superiore rispetto all’inizio della crisi sanitaria. Solo con il superamento dell’emergenza sanitaria e la disponibilità delle risorse finanziare di next generation attente alla green economy, vedremo l’efficacia delle misure e le promesse adottate dalla politica, peraltro, abbastanza rigide rispetto ad altri partner europei se parliamo di misure di contenimento alla diffusione del covid-19.  

Altro tema, che potrebbe aiutarci a guardare “oltre l’emergenza sanitaria” , è il forte impegno da parte delle economie più industrializzate ad abbattere drasticamente le emissioni di Co2 entro il 2050. Ad ogni paese, vengono chiesti obiettivi ambiziosi, seri e responsabili per limitare l’aumento delle temperature a 1,5°, la comunità scientifica è ormai unanime nell’indicare le attività umane quali responsabili della crisi climatica.

La discussione in atto, stimola la crescita dell’emergente finanza di next generetio che vede nella green economy l’opportunità da cogliere. Accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone, potrebbe rappresentare una serie di occasioni di business per PMI ed implementare le attività delle grandi aziende partecipate dell’energia, traslando dai vecchi modelli di attività basati sullo sfruttamento di combustibili fossili a fonti di energia rinnovabili

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 Mobilitare i finanziamenti, in questa direzione, significa riprogettare, riorganizzare, reindustrializzare, con significative ricadute nel mondo occupazionale di livello globale, indirizzando investimenti pubblici e privati in quelle infrastrutture necessarie ed urgenti al cambiamento. Ora, stiamo fronteggiando un’emergenza sanitaria globale, se gli impegni non saranno mantenuti, la prossima sarà una pandemia climatica ed alimentare di proporzioni ben più catastrofiche e non è difficile immaginare imprevedibili scenari di conflitto.

L’opportunità che possiamo cogliere ora ha un messaggio da “ultima chiamata”, per costruire le infrastrutture necessarie ed urgenti alla transizione, verso un’economia più verde e resiliente al clima, con una visione di strategie comuni nel rimodulare gli asset economici, politici e sociali dei prossimi 30 anni.

Perugia 16 Novembre 2021

Riccardo De Vito