“The Wall “considerazioni di Michele Carnevale

Ci sono dei momenti nella vita di ogni uomo, che ti fermano l’animo, ti confondono il pensiero, anche se tu non voglia che sia così, ma lo devi accettare per forza.
 
Questi momenti possono significare dolore, per una mancanza, per un’assenza, per dei torti o violenze subite, per una malattia, o per un furto, una sottrazione di affetti naturali, e tu non capisci perché, perché debba capitare proprio a te. Avete mai pensato cosa può provare un padre, a 62 anni, quando da un giorno all’altro, per dispute coniugali insanabili, i figli ti girano la faccia ed il cuore.
 
Non si riesce a vivere, ma si sopravvive, con la luce dell’animo ridotta, dove ogni cosa ha un sapore amaro, ogni cosa, anche quello che mangi, anche un dolce ha un sapore amaro, è vivi aspettando un messaggio, un segno, cercando di scoprire se un figlio ha letto il tuo messaggio.
Non lo auguro a nessuno, neanche al peggior nemico, la sofferenza che prova questo padre, che si sente derubato dell’amore più grande che c’è su questa terra insieme a quello materno, e cioè l’amore filiale.
 
Ed allora dici a te stesso che ce la devi fare, che non puoi morire così, perché in quel disperato navigare su di una zattera in mezzo ad un oceano, prima o poi, prima o poi, vedrai la vela di una barca, la mano di un altro che ti ha visto e viene verso di te. Io ci credo e ci voglio credere.
Michele Carnevale