La pandemia è finita ?

Sembrava proprio di sì. Sono passate un paio di settimane da quando il prof. Crisanti affermò che non era il caso di continuare con il green pass perché, per effetto del gran numero  di vaccinati, l’epidemia poteva considerarsi superata. L’intervista fece scalpore ( suscitare attenzione è il primo fine di ogni intervista) perché in due anni di dibattiti televisivi, radiofonici e su qualsiasi mezzo di comunicazione conosciuto, Crisanti si era guadagnata  fama di pessimista, al punto da essere caricaturato dal sommo Crozza nelle vesti di Dracula.

A me sinceramente, non sembrava che il numero quotidiano di contagiati e morti giustificasse tanto ottimismo. E per darmi ragione, mi sono pure ammalato. Plurivaccinato, senza gravi sintomi,  ne sono  uscito giusto stamattina. Nel frattempo, l’illustre virologo, ha cambiato opinione ( il mio caso non c’entra) e torna a dirci che 150 morti al giorno sono tanti, quasi tutti fragili e vaccinati e che quindi bisogna mettere in sicurezza cronici e anziani.  Cedendo alla tentazione di parlare di sé, si sofferma sul grande dolore che gli derivò nell’estate del 2020, quando, inascoltata cassandra, richiamò tutti a non abbassare la guardia ( frase che hanno detto tutti): timori confermati dalla catastrofica ondata dell’autunno-inverno che provocò, in Italia, non meno di centomila morti. Che cosa proponga adesso, non l’ho capito bene. Mettere in sicurezza i fragili è facile a dirsi. Più difficile proporre come.

Se ne sono dette troppe, in questi due anni. Le parole hanno perso significato; i comportamenti restano problematici. La bolsa retorica degli inizi ( “andrà tutto bene”;  “ne usciremo migliori”) è stata smentita dai fatti. Le vittime, in rapporto al numero degli abitanti, sfiorano vertici planetari e noi siamo sempre i soliti: individualisti, legati al “particulare”, irrispettosi delle leggi.

Venerdì scorso questa news letter riprendeva un articolo di Valter Ricciardi ( l’amicizia mi consente di omettere i titoli accademici) dedicato all’obbligo vaccinale e agli sforzi da lui compiuti per convincere i legislatori ad introdurlo, prima  contro il morbillo, per i bambini, e poi contro il covid per inseganti e personale sanitario. Il titolo richiamava un comune sentire : venire contagiati da chi ci sta curando è inaccettabile.

Ma nello strano mondo in cui viviamo, questa posizione  che a me – spero anche a voi – sembra pacifica,  viene quotidianamente contraddetta.  Ad un anno dall’introduzione dell’obbligo, medici e infermieri non vaccinati si contano a migliaia. Regioni ed ASL hanno fatto di tutto per non vedere ( c’era il rischio di perdere personale) e gli Ordini, cui è stato demandato l’ingrato compito della sanzione, si sono mossi con burocratica lentezza. Nei casi in cui sono intervenute le sospensioni, la magistratura ci ha messo del suo. Ad Ivrea il giudice ha reintegrato, nelle funzioni e nello stipendio, un’infermiera no-vax sospesa, ritenendo che la norma che impone la vaccinazione vada disapplicata in quando lesiva di diritti costituzionali. Era già successo a Pavia, a Velletri e chissà in quanti altri luoghi.  In Sicilia i giudici amministrativi hanno almeno rispettato le norme procedurali, investendo della questione la Corte Costituzionale.

Per gli insegnanti è stata adottata una soluzione ministeriale , esemplare di come la nostra burocrazia, nello sforzo di conciliare esigenze opposte, affoghi nel ridicolo. Gli insegnanti no-vax, torneranno a scuola, ma non andranno  in classe. E nemmeno in biblioteca perché potrebbero incrociavi qualche studente. La circolare non parla dei bagni, presumendo che ovunque siano separati. Chi è venuto meno ad un obbligo di legge e ad un dovere morale sarà pagato per non lavorare. I presidi protestano. I commentatori ironizzano. C’è materiale per la satira.

Verrà, comunque, l’estate e il virus sparirà. Spero che l’autunno non ce lo riporti più contagioso e feroce di prima. Sulla nostra capacità di diventare migliori, non ritengo, invece, di nutrire speranza.   

 

28 marzo 2022