IL NUOVO CORSO DEL M5S DI G. CONTE TRA ASTENSIONISMO E RIMONTA IN SONDAGGI ELETTORALI

dall’altro lato, dall’avallo del Padre nobilepadrino, il genovese Giuseppe Grillo
(da cui tutela, pure
il redivivo barricadero Di Battista stenta ad affrancarsi),
alla leadership indiscussa
e dispotica dell’oriundo foggiano, già sedicente
Avvocato del popolo, Prof. Giuseppe Conte.

II.
Avviatasi la campagna elettorale, sotto la Presidenza dell’exPremier eletto
da Assemblea
online degli iscritti con percentuale bulgara, del 92% suffragi e
proclamato il 6 agosto scorso
dal Garante V. Crimi, a termini di Statuto si è
infatti
registrata l’indubbia inversione di tendenza, sia in pronosticata discesa
di
consensi di quel Movimentorivelazione in tornata 5 marzo 2018 con
l’
irruzione nel panorama parlamentare da partito di maggioranza relativa, sia
in forte recupero di partecipazione alle mani
festazioni, indice di un blocco
dell’astensionismo preconizzato a livelli record.
Orbene, la campagna
elettorale in corso è caratterizzata per il confronto tra leader dei contrapposti

schieramenti (Meloni, Let
ta e Calenda, per il Terzo Polo) più per slogan
preconfenzionati che per piattaforme programmatiche, seriamente articolate

in punti di scaletta di governo
come imporrebbe l’attraversamento di
perdurante crisi sistemic
a di tipo istituzionale, sita all’uscita recente
da
ll’emergenza pandemica e al debutto di ribaltamento quadro
internazionale, con messa in pericolo fonti di tradizionale

approvvigionamento energetico (Gas via metanodotti)
.

III. In tale contesto la verve populista (Loquor dum sum, secondo l’icastica
definizione di P. Armaroli
, CONTE E MATTARELLA.Sul Palcoscenico e dietro
le quinte del Quirinale, 2020
) dell’exPremier, campione indomito di italico
trasformismo,
svelatosi nell’avvicendamento dall’esecutivo giallorosso a
quello gi
alloverde, ha gioco facile nel ritagliarsi uno spazio significativo e
n
ell’assestare fendenti incisivi al più diretto contendente, quell’Enrico Letta
ancora balbettante dopo rottura dell’accordo e ripercussioni pure in elezioni

siciliane; il tutto senza trascurare di agitare il consueto spauracchio della

v
ittoria delle destre, che porrebbe a rischio gli equilibri costituzionali, in
termini cosi apocalittici da risultare risibili.

IV.
Nello specifico sul fronte dell’astensionismo, occorre aver presente, che
dopo il trentennio di alta partecipazione al voto pa
rlamentare (19461976), il
fenomeno
all’inizio era agevolmente identificabile, perché la mancanza di
stimoli era riconducibile a fasce popolazione più periferiche, con scolarità

medio
bassa e orfane delle ideologie dei grandi partiti di massa (DC,PCI);
inv
ece nel trentennio successivo (19792009), con l’accentuarsi della
incapacità di mobilitazione dei partiti e la crisi d
ella rappresentanza (cd.
regime
partitocratico), la fuga dalle urne cambia fisionomia e allo
“astensionismo apatico
” succede l’“astensionismo punitivo”(cfr. F. Fornaro ,
GLI ELETTORI INTERMITTENTI HAN RESO IL VOTO SEMPRE PIU’

INCERTO; Il Domani, 11.9.22, pg. 6). Tali elettori si astengono deliberatamente

dall’espressione del suffragio, non già per marginalità, bensì convinti di
manifestare
così il loro dissenso rispetto all’intera offerta politica, presente in
quel dato frangente. In tale
mutato contesto, contrassegnato da mobilità
accentuata, la decisione di ast
enersi costituisce un’opzione ragionata, in
funzione di lanciare inequivocabile
segnale di critica; ma proprio per questo,
la scelta assume connotati
di intermittenza oscillante. Cosi l’elettore
astenuto, che ha
fisionomia trasversale ai vari ceti sociali e proviene da più
d
isparate aree geopolitiche (netta prevalenza, tradizionalmente, in regioni
meridionali e insulari), non opera
tranne in rarissimi casi, inferiori al 10 max
15% , riconducibili all’”
astensionismo involontario o cronicizzato una scelta
definitiva ed irreversibile, ma è pronto a riconsiderare la propria

partecipazi
one, a fronte di offerta stimolante o rimotivante.
V.
Orbene, nell’assumere una leadership semidispotica scelta di candidati,
con listino dei 15 superfavoriti
, tra cui il Notaio personale A. Colucci;
bypassamento
regola del doppio mandato, con candidature all’insegna del
nepotismo
più spinto (Davide al posto di Stefano Buffagni), riscoperta quale
vincolante
criterio di radicamento territoriale candidatura, in aggiunta alla
residenza
anagrafica, della nozione più flessibile di domicilio “centro dei
propri interessi/affari” (caso
Vittoria Baldino, già attenzionata per mancata
restit
uzione di circa € 100.000 e pure destinataria di esposto disciplinare per
violazione Codice E
tico) Conte è riuscito nell’intento di ricompattare il

 


Movimento
, logorato da defezioni a raffica e in perenne fibrillazione
nell’ultimo anno, presentandolo come soggetto politico rinnovato, ca
pace di
esercitare ancora un
appeal nei confronti dell’elettorato “antisistema” e se non
contro, almeno al di fuori del
le logiche dei partiti tradizionali.
VI.
Se a tanto, si somma la grossolanità e rozzezza del metro di bilancio
dell’operato de
i vari esecutivi (gialloverde prima, giallorossa poi, di unità
seminazionale
a guida Draghi) succedutisi in corso di XVIII legislatura,
arrivata in
chiusura anticipata senza voto di sfiducia e con repentino
scioglimento
delle Camere da parte del Presidente Mattarella, si comprende
come sia recessiva nella scelta del voto
la valutazione di proficuità dell’apporto
dato dalle sin
gole formazioni partitiche o raggruppamenti politici alle varie
coalizioni gove
rnative; criterio che nel caso del Movimento pentastellato
avrebbe dovuto rivestire un rilievo preminente, non solo per
partecipazione
continuativa al governo nazionale
, bensì per aver costituito la passata
legislatura il banco di prova delle loro
prospettate soluzioni.
Partendo dalla constatazione che il Movimento, a differenza della Lega di

Salvini è stato l’unico soggetto politico
sempre presente al Governo e che è
bastato un suo voto di astensione, per determinare la caduta dell’esecutivo

Draghi, la disamina dell’apporto dei pentastellati non può prescindere

dall’emersione del ruolo di Conte, da premier “tecnico” i
n quanto non eletto,

a capo carismatico e trascinatore di folle, dapprima di seguaci fidelizzati (a
parlamentarie hanno partecipato oltre 50.000 iscri
tti) e poi di elettori spaesati
VII.
L’attuale conformazione apicale del Movimento, ad onta di suggestivi
richiami agli esperimenti di democrazia diretta di roussoniana memoria,

tradisce un’impostazione spiccatamente ve
rticistica, se non autocratica; il
sedicente av
vocato del popolo, in grado di adattamenti istituzionali
camaleontici, intessuti
nell’ordito di debolezza della forma di governo
parlamentare e del sistema elettorale imballato (
degradato dal Porcellum al
R
osatellum, vanificando i pronunciamenti costituzionali in materia ed
ingenerando senso di frustrazione negli elettori
) è riuscito a sfruttare a proprio
vantaggio le nicchie a sua disposizio
ne, sotto la benevolenza del Padre Grillo
(ora in veste di novello consulente
del M5S a € 300.000)
VIII.
Tuttavia, la disamina approfondita del Personaggio tra il pirandelliano
(UNO NESSUNO E CON
TOMILA) ed il calviniano (IL VISCONTE
DIMEZZATO/IL BARONE RAMPANTE/LE COSMICOMICHE)
sfugge a
percezione dell’elettore italiano medio, dotato di memoria corta, offuscato da

proverbiale indolenza di discernimento e soprattutto restio a fidarsi di

repentini
cambiamenti o proposte politiche radicalmente innovative; se si
ritiene insuperabile la descrizione gattopardesca dell’avvicendamento di

regimi e forze politiche nella penisola, ove sempre determinante si è rivelata


l’influenza esterna, la tendenza più af
fermata è rifugiarsi nell’astensionismo
apatico
piuttosto che organizzare forme di protesta o manifestazioni di aperto
dissenso.

IX.
Rebus sic stantibus la misura più incisiva adottata dalla compagine
pentastellata res
terà indubbiamente, agli occhi degli italiani in aggiunta a
riforma costituzionale della riduzione
di 1/3 del numero dei parlamentari
(senza adeguamento
, però, dei Regolamenti di entrambe le Camere,
mancanza che comporterà dopo insediamento certo slittamento tempi loro

operatività, per funz
ione sia legislativa, che di indirizzocontrollo politico), e
in aggiunta al
reddito di cittadinanza la tanto declamata pratica di
restituzione di quota
parte del trattamento indennittario percetto,
mensilmente e a fine mandato,
in virtù del mandato parlamentare.
Tuttavia, dopo un decennio dall’ingresso nelle istituzioni, ormai archiviati i

lemmi storici di UNO VALE UNO oppure TUTTI IN GALERA, quando persino

la fuoriuscita o espuls
a, senatrice salentina Barbara Lezzi non rivendica più la
scena dell’apriscatole, il meccanismo delle restituzioni
fiore all’occhiello
de
lla popolarità del movimento, invocante ONESTA’ ONESTA’ ha mutato
sensibilmente fisionomia dal 2013. Ora il novello N
omoteta prof. Avv. Conte,
ha spiegato agli iscritti,
che per tutta la durata del 9 settembre avrebbero
potuto votare a quali progetti destinare il fondo così accumulato.


X.
All’inizio di legislatura, le somme restituite, in verità non da tutti i
parlamentar
i del movimento con la stessa tempistica, a prescindere da
defezioni, confluivano in fondo per piccole e medie imprese presso il

M
inistero dello Sviluppo economico. Però, passata molta acqua sotto i
ponti, allor
quando il tesoriere C. Cominardi nel dicembre 2021 si è azzardato
a inviare un perentorio
sollecito ai parlamentari pentastellati morosi
(inadempimento/avvio proc.to espulsione), provocando
lo scoppiò di
put
iferio interno, la campagna di regolarizzazione (i pentastellati sono,
notoriamen
te, sempre contrari a ogni tipo di sanatoria…) si è dovuta
interrompere bruscamente;
nell’approvare il bilancio annuale
dell’Associazione M5S
, Egli non si è potuto esimere dall’annotare l’ammontare
de
i mancati introiti per circa 2 milioni. Ogni mese infatti i parlamentari
devono versare € 1.000 in autofinanziamento al
partito, ed altri 1.500 euro al
c.d. fondo restituzioni
, su conto corrente gestito dai capigruppo e di volta
in vo
lta gli iscritti decidono i soggetti cui in concreto destinarli .
XI.
Dal 2021, però, la rottura definitiva tra M5S e la piattaforma Rousseau,
ereditata da Davide Casaleggio, ha provocato anche la chiusura del sito di

rendicontazione, ove erano consultabili tutte le informazioni, su restituzioni

e bonifici effettuati. Ad ogg
i, ad onta di tanto invocata trasparenza
istituzionale ed amministrativa, non è stato ripristinato il
sito per tali
informazioni, ma
risulta mera sezione del Nuovo sito dell’era presidenziale


che
offre il Verbale d’Assemblea su separazione da Rousseau e il Nuovo
Statuto.
Nei mesi scorsi Giuseppe Conte ha fatto un’infornata di nomine
interne ratificate online, tra vicepresidenti, responsabili e membri
dei
comitati.
Tra i requisiti necessari per ottenere la carica, figurava l’essere in
regola con i versamen
ti, pertanto alla morosità si è ovviato in via trasversale,
seppur limitata a
i 100 nominati, mentre gli altri parlamentari preoccupati di
mancata rielezione han pensato bene di
tergiversare o andarsene
definitivamente, così sottraendosi a quell’obbligo etico
contratto col proprio
elettorato
. Eppure di tale vicende incresciose, dopo un primo momento
(servizio su Le Iene, poi Report giugno 22) i mass
media hanno tralasciato di
dare una informazione adeguata, tantopiù indispensabile giacchè la

restituzione di qu
ota indennità rappresenta il quid pluris distintivo
dell’appartenenza a Movimento
.
XII.
Comunque la dirigenza grillina ha individuato per ultima consultazione
9.9.22, nove associazioni tra cui scegliere (da Emergency a Comunità

Sant’Egidio)
, con innovazione significativa rispetto al passato, non sfuggita
agli osservatori più acuti, non dimentichi della formazione gesuitica ricevuta

dal Nostro exPremier e dall’assidua frequentazione di ambienti d’oltretevere
,
pur nei tempi di brill
ante carriera universitaria alla scuola di Guido Alpa (altro
genovese
, come Grillo)

JacopoSevero Bartolomei