Si è svolto con pieno successo ed interesse il 24 febbraio scorso c/o la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale,alla presenza di un’ Aula attenta e gremita di addetti a lavori e non,una “Giornata di studio dal Tema” ” Potere, Pace, Diritti Idee forti per una realtà debole”

Francesco Asti

dopo i saluti del Decano della Facoltà, Francesco Asti, si è proseguito con gli interventi dei docenti Luigi Alfieri (Università degli Studi di Urbino), Vito Serritella (Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi), Luigi Di Santo (Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale) e, in collegamento dall’Ucraina , Nello Scavo ha inviato un video per sottolineare l’ interesse per l’avvenimento in questo particolare momento (giornalista, inviato speciale di “Avvenire”). La giornata è stata presieduta da Carmela Bianco (Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sez. San Tommaso d’Aquino).Da sottolineare ancora la presenza in sala tra gli altri docenti del “Decano di “Filosofia  della politica e del diritto”Giuseppe Limone”

 

Luigi Alfieri

Luigi Di Santo

Vito Serritella

 

Carmela Bianco

Giuseppe Limone

“un convegno nazionale dedicato al tema Potere, Pace, Diritti. Idee forti per una realtà debole, finalizzato a evidenziare che la ricerca costante della pace non si poggia sull’idea di perseguire un cammino per la pace, ma sull’idea che la pace è il cammino.

Oggi intorno alla pace vi sono molte idee volte a fissare criteri che consentano di raggiungerla, perseguirla, attuarla: tali idee manifestano i molti volti che la pace assume ma, come afferma Gianpiero Tavolaro (PFTIM), sono idee forti che s’incontrano e si scontrano con una realtà debole e appaiono incapaci di condurre a una stabile realizzazione della pace.

La pace abita in molti luoghi: forse, essendo prima di tutto un’idea, quello più naturale è la mente dell’uomo. Attraverso la riflessione, si comprende il vantaggio di una condizione di pace, in cui maturano frutti di libertà, speranza e coesistenza solidale. Bisogna andare oltre l’idea di un uomo che fa paura ad un altro uomo, perché ciò significa negare l’architettura della pace che invece sovrasta il mondo. Lo spazio, il tempo e la vita che condividiamo con gli altri, sono di tutti. Per tale motivo, il volto universale che ne deve emergere è quello che di essere saggi.

A tal proposito, sostiene il decano della sezione prof. Asti: «Un’esasperazione del cosiddetto pensiero debole rischia di erodere anche principi fondamentali della vita associata. La riflessione aperta della Facoltà Teologica e, in particolare, del Seminario di studi storico-filosofici “Pasquale Orlando” unito al Dipartimento di diritto canonico, rappresenta una sollecitazione per la città da parte di una Chiesa sì nodale, che vuole ascoltare il pensiero di tutti».”

 

Il convegno è stato finalizzato a evidenziare che la ricerca costante della pace non si poggia sull’idea di perseguire un cammino per la pace, ma sull’idea che la pace è il cammino.

Oggi intorno alla pace vi sono molte idee volte a fissare criteri che consentano di raggiungerla, perseguirla, attuarla: tali idee manifestano i molti volti che la pace assume ma sono idee forti che s’incontrano e si scontrano con una realtà debole e appaiono incapaci di condurre a una stabile realizzazione della pace.

La pace abita in molti luoghi: forse, essendo prima di tutto un’idea, quello più naturale è la mente dell’uomo. Attraverso la riflessione, si comprende il vantaggio di una condizione di pace, in cui maturano frutti di libertà, speranza e coesistenza solidale. Bisogna andare oltre l’idea di un uomo che fa paura ad un altro uomo, perché ciò significa negare l’architettura della pace che invece sovrasta il mondo. Lo spazio, il tempo e la vita che condividiamo con gli altri, sono di tutti. Per tale motivo, il volto universale che ne deve emergere è quello di essere saggi.

Le parole riportate nel recentissimo libro Un’Enciclica sulla pace in Ucraina di Papa Francesco, nell’imminenza del primo anniversario dell’inizio della guerra, dove si raccolgono interventi di più studiosi, costruendo una ideale enciclica sulla pace, sono per tutti fonte di riflessione:

“A quante altre tragedie, dice il Pontefice, dovremo assistere prima che tutti coloro che sono coinvolti in ogni guerra comprendano che questa è unicamente una strada di morte che illude soltanto alcuni di essere i vincitori? Perché sia chiaro: con la guerra siamo tutti sconfitti! Anche coloro che non vi hanno preso parte e che, nell’indifferenza vigliacca, sono rimasti a guardare questo orrore senza intervenire per portare la pace. Tutti noi, in qualsiasi ruolo, abbiamo il dovere di essere uomini di pace. Nessuno escluso! Nessuno è legittimato a guardare da un’altra parte. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro! Ritorna la figura dell’Innominato di Manzoni. La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti ‘innominati’, responsabili senza nome e senza volto”.