L’idea della Moratti :Costruire un soggetto politico partecipato che nasce dalle reti civiche e dal sentimento popolare che si presenti alle prossime Europee.

 
Letizia Moratti
 
L’idea di Moratti per le Europee:un nuovo partito dalle reti civiche
Letizia Moratti non lascia e rilancia. Dopo le elezioni regionali in cui si è presentata con la sua lista civica e il sostegno del Terzo polo afferrando appena il 9,9%, l’ex sindaca di Milano e vicepresidente lombarda dal «suo» San Patrignano lancia l’idea di un nuovo partito che potrà correre alle elezioni europee del prossimo anno. «Sarà una piattaforma di liste civiche più che un partito, sarà nazionale, avrà una forte matrice popolare e partirà da esperienze già presenti a livello regionale in tutta Italia», dice al Corriere. Un partito di centro che vorrebbe tentare la sfida europea, anche se «è prematuro dire dove ci collocheremmo in Europa». A San Patrignano, dove si sono riuniti gli Stati generali della sua lista oggi presente in Consiglio, Moratti ha riunito liste civiche, movimenti, partiti, associazioni, fondazioni iniziando a «lavorare insieme per costruire una piattaforma che definisca i valori in cui ci ritroviamo». Ma nessun partito personale, assicura: «Nascerà dal basso», farà «largo ai giovani», avrà «una pluralità di leadership e metterà insieme diverse esperienze. Sarà una piattaforma digitale aperta in cui liste civiche, partiti, movimenti e singoli potranno arricchire un primo schema di linee guida valoriali per poi evolvere verso una forma partitica che dovrà essere una sorta di piramide rovesciata». Un’idea che potrebbe assomigliare, nelle intenzioni, alla spinta da cui nacque il Movimento Cinque Stelle, ma «loro sono partiti dal nulla, noi da esperienze civiche già presenti e dall’area dei Popolari», tiene subito a mettere in chiaro Moratti. Tra i presenti a San Patrignano c’erano Stefano Zamagni, Mario Mauro, Giuseppe De Mita, Gaetano Quagliariello, Domenico Galbiati, Giampaolo Sodano e Cateno De Luca. Non è escluso che la nuova formazione possa poi convergere in quello che diventerà il Terzo polo, oggi impegnato in un percorso costituente: «Stiamo dialogando anche col Terzo polo — dice —: se sarà aperto a una visione che non sia la sola somma di Italia viva e Azione ma si apra ad altri soggetti, non escludo che ci possa essere una convergenza. Carlo Calenda e Matteo Renzi sono a conoscenza di tutto».