Presentato al grande pubblico lo scorso 8 maggio, a Cosenza ,nella sala ‘Quintieri’dello storico teatro Rendano, Epifania Mediterranea, il recente lavoro letterario del conosciuto scrittore calabrese Franco Galiano.
L’opera Pubblicata da Brenner Editore a cura della Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi .Dopo i saluti del Sindaco cittadino Franz Caruso, ha introdotto l’incontro il Presidente della Commissione Cultura Mimmo Frammartino.
Francesco Galiano
Franz Caruso
Consegna Della Targa
Domenico Frammartino
Sono intervenuti nella conversazione anche, tra altri, Riccardo Benvenuto, Francesco D’Ambrosio,Pino Jacino e Myriam Peluso.
Riccardo Benvenuto
Miriam Peluso
Pino Jacino
Francesco D’Ambrosio
Le conclusioni sono state affidate all’autore cui è stata conferita alla fine della cerimonia una targa di eccellenza ed onorifico riconoscimento.
Tutti gli interventi hanno sottolineato il valore dell’opera di Galiano che si compone di ben ottomila versi orditi su di una Calabria guardata dall’autore con gli occhi di un prosatore poeta e di un poeta prosatore, nel disegno di una terra dolce e amara attraverso i borghi, le coste, gli scenari che cercano di restituire un patrimonio culturale e sociale di irrepetibile e straordinaria identità.
“Quello di Galiano “ha precisato Riccardo Benvenuto “è il racconto di un poeta che pensa e si appassiona tra memoria e presente, finendo per trasformare la terra calabra in sogno ideale e
scommessa di impegno sociale, ma anche la storia autobiografica di una generazione impegnata
nel processo riformista e socialista degli anni’70, il paradigma della vicenda di tanti che hanno
dovuto lasciare la Calabria, e pur avendo la possibilità di restare fuori hanno deciso di tornare perimpegnarsi nelle loro piccole patrie.”
Infine, Franco Galiano, concludendo ha tentato una pregnante sintesi dell’opera: Epifania
Mediterranea si compone di circa ottomila versi in due parti rivisitando i borghi più emblematici e significativi della Calabria assieme alla indiscussa bellezza del suo territorio che costituisce un
patrimonio fisico, agricolo, culturale ed ha trovato nel tempo una sua sedimentazione urbanistica
particolare, estetica ed antropologica anche per via, delle testimonianze di personalità storiche e
letterarie straordinarie che hanno contribuito a disegnarne l’identità.L’opera è anche un viaggio nel tempo, dal lontano passato al vicino presente, per ricostruire in un dialogo sincronico e diacronico, tra memoria e presente, tra desiderio erealtà, tra presa d’atto e impegno, una civiltà calabrese spesso propositiva , mescidata a quella nazionale e mediterranea senza far restare in oblio la piaga aperta della emigrazione e il racconto dolente di epidemie, guerre, occupazioni violente, terremoti, alluvioni che ne hanno drammaticamente segnato il passato.
Il compianto per la morte di Craxi è (a conclusone del libro) il lamento sul tramonto di una stagione che aveva visto l’autore, a ridosso del ’68, dopo gli studi universitari e brevi esperienze di lavoro fuori regione, scegliere di rientrare nella periferica patria, trovando nelle tematiche riformiste quelle idealità progressiste degne di un impegno politico e sociale.