Grande interesse venerdi scorso 6 ottobre a Piazza Giambattista Vico per la presentazione del libro di Giuliana Covella del titolo:”il Mostro ha gli occhi azzurri”c/o la ormai storica Associazione ” Amici di Giambattista Vico”

Giuliana Covella

Link Video evento   https://fb.watch/nxkfJj2twd/

Il tavolo di Presidenza

Il Presidente Carmine Serena

 

Bruno Serena        Nunzia  Abbate

Il libro

La sala

I

Alcuni tra i partecipanti con il Tavolo di presidenza

riportiamo un Post di Bruno Serena che esprime a pieno il senso della manifestazione

 

“Il mostro ha gli occhi azzurri – il delitto di Ponticelli” di Giuliana Covella
 
Questa sera ho trascorso il giorno del mio onomastico con due donne davvero eccezionali, come cornice la nostra associazione culturale Amici di Piazza G.B. Vico
 
Da un lato c’è Giuliana, un punto di riferimento puro per il giornalismo napoletano, una vera professionista, un faro nell’impegno civile e sociale.
Lei incarna a mio avviso, il concetto fondamentale che ciascuno di noi può contribuire positivamente al proprio ambiente, indipendentemente dal proprio ruolo.
La sua opera più recente, “Il mostro ha gli occhi azzurri – il delitto di Ponticelli”, ne è una prova su carta tangibile.
Dall’altro lato c’è Nunzia Abbate, un’amica di lunga data, una storica amica del mio quartiere, che con la sua relazione ha arricchito la presentazione con riflessioni di una straordinaria sensibilità.
La ringrazio per credere in questo progetto associativo e di esserne protagonista insieme a noi.
 
Due donne che hanno prodotto un’esperienza emozionante, grazie.
Vi invito a leggere l’ ultimo lavoro di Giuliana Covella “Il mostro ha gli occhi azzurri – il delitto di Ponticelli”.
Un lavoro faticoso, difficile e tortuoso, ma che rappresenta il vero giornalismo d’inchiesta, un giornalismo che ci ricorda che il compito di un giornalista è quello soprattutto di svelare la verità e garantire giustizia a chi è più vulnerabile.
Nel ricordo di due dolci bambine, Nunzia Munizzi, di 10 anni, e Barbara Sellini, di 7 anni.”

Bruno Serena