L’invito di Livolsi al Governo:”Le privatizzazioni si facciano con pragmatismo e per rilanciare il Paese”

Tratto da Dire Agenzia di Stampa Nazionale 31 Gennaio 2024 – 09:01 -Economia e Fisco

L’invito di Livolsi al Governo:”Le privatizzazioni si facciano con pragmatismo e per rilanciare il Paese”
Il commento del professore di Corporate  Finance e fondatore della Livolsi & Partners S.p.A. -Autore: Redazione
IL PUNTO DI VISTA di Ubaldo Livolsi
ROMA — `Come avevo auspicato nel mio precedente intervento su
questa testata giornalistica. in cui riflettevo sull’importanza di una
scelta ‘coraggiosa’ nelle privatizzazioni da parte del Governo,
queste ultime sono diventate oggetto del dibattito politico. Palazzo
Chigi ha annunciato che l’obiettivo è raccogliere attraverso
le privatizzazioni delle partecipate 20 miliardi di curo nei
prossimi tre anni per far fronte alle risorse insufficienti, nel
contesto di una congiomtura caratterizzata dal rialzo dei tassi
d’interesse, chefa lievitare il debito, dag i effetti del Superbonus,che
peserà sui conti dello Stato per oltre ioo miliardi di curo,e dal
quadro internazionale a rischio di recessione”. Lo dice Ubaldo
Livolsi, professore di Corporate Finance e fondatore della
Livolsi & Partners S.p.A.. nel nuovo appuntamento con la sua
rubrica con l’agenzia Dire, curata da Angelica Bianco.
“Il Governo ha riferito- continua- che verrà posto sul mercato il 3o%
di Poste Italiane, mantenendone però iI controllo tramite Cdp. Lo
Stato potrebbe anche cedere fino al 4% di Eni, dopo che la
compagnia petrolifera avrà completato il piano di riacquisto di
azioni proprie. L’incasso stimato dalla vendita è di circa due miliardi.
Circola inoltre l’ipotesi di unire le reti ferroviarie(Rfi)a quelle
autostradali(Anas),entrambe controllate da Fs,in una nuova
società per poi Metterne sul mercato una porzione, il che frutterebbe
fino a dieci miliardi. Tre le realtà strategiche per il Paese,il caso Ita
Airways sembrava avere trovato la soluzione. Lufthansa è pronta ad
acquisire una partecipazione del 41% dell’ex Alitalia.È tuttavia
necessaria l’approvazione della Commissione europea,che ha
annunciato di rimandare la decisione al 6 giugno prossimo”

“Non meno significativa- scrive ancora Livolsi- la vicenda della rete
Tim,con il fondo F2i che è pronto ad affiancare Kkr e il ministero
del Tesoro per acquistarla. Fai ha infatti comunicato di aver
raggiunto l’obiettivo di raccolta di un miliardo per il fondo attraverso
cui rileverà il io% della rete Tim (tra i sottoscrittori c’è anche Poste
Vita). Da evidenziare, infine, che il ministero dell’Economia — che
ha appena diminuito la propria partecipazione in Monte dei
Paschi deve mettere in conto la nazionalizzazione,seppur
temporanea, d’Acciaieria d’Italia, un’operazione il cui costo è
difficilmente prevedibile. È evidente che la complessità,e spesso la
(quasi sempre apparente)contraddittorietà di tali manovre, rivelino
come il tema delle privatizzazioni e della presenza dello Stato in
settori decisivi sia tanto fondamentale quanto delicata. Le prese di
posizioni di Giorgia Meloni e del ministro del Mef
Giancarlo Giorgetti sono condivisibili. La premier ha spiegato
che il concetto di’più o meno Stato’ va interpretato alla luce di cosa
si voglia fare:’Privatizzazione — ha chiosato — non significa regali
miliardari fatti a un imprenditore fortunato e amico. Significa che lo
Stato può indietreggiare dove la sua presenza non è necessaria,
mentre deve avanzare quando è necessaria’. Il ragionamento di
Giorgetti segue il concetto del ‘fare ordine’.’E’ più corretto — ha
precisato — parlare di razionalizzazione del patrimonio delle
partecipate: è necessario fare ordine in un mondo che non sempre
è bene organizzato; quindi, il pubblico decide di entrare più in
alcune realtà e cedere altre quote perché tutto sia più efficiente e
razionale al passo coi tempi”‘.
“Il discrimen- riprende Livolsi- è che tali scelte non siano
dettate dalfare cassa,ma improntate a una visione
strategica di medio e lungo periodo. Innanzitutto, a vantaggio
del sistema Paese, rinforzando e supportando la nostra economia,
che esprime la seconda economia manifatturiera d’Europa, che
primeggia ed è apprezzata nel mondo per i suoi prodotti di qualità e
le sue eccellenze produttive. A trarne vantaggio dovrebbero essere le
stesse grandi aziende partecipate, che con l’ingresso dei privati
possono diventare più moderne ed efficaci nella loro strategia”.
“C’è un punto interrogativo, perché i privati entrano nello
Stato? Come insegnano le privatizzazioni del passato, da queste non
sono mai nati grandi gruppi industriali sia sotto l’aspetto
dimensionale che dell’internazionalizzazione, anzi spesso di è
trattato di operazioni finanziarie e lucrose. Bisognerà poi vedere
quali saranno sia le priorità e la modalità con cui saranno realizzate
le privatizzazioni. Dovrebbero valere le regole di contestualizzare la
decisione in base al tipo di mercato. Per esempio e per intenderci, Fs
e Poste Italiane operano in un mercato meno concorrenziali di Eni e
Ita Airways. Si dovrebbero anche tenere in considerazione
eventuali trasformazioni in atto. Si pensi a Poste italiane, che
ormai è diventata una banca-assicurazione a tutti gli effetti.
Peseranno- conclude Livolsi- gli andamenti dell’economia
internazionale,su cui, con le due guerre in atto in Ucraina e in
Medio Oriente,grava il rischio di una possibile recessione, e il
destino delle elezioni presidenziali in Usa conl’eventuale
candidatura e vittoria di Donald Trump,che restaurerebbe
l’isolazionismo e il protezionismo della economia d’oltreoceano”.