A Calvi Risorta (CE) il 23 giugno scorso si è svolto un incontro sulla cura dell’essere umano nell’era dell’intelligenza artificiale con Carmela Bianco
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Carmela Bianco
L’incontro è stato introdotto dalla dottoressa Nausica Lucia Gugliemo,Presidente dell’Istituto Jacques Maritain “Calvi-Caserta”, ed è stato organizzato in collaborazione con Luigi Di Santo, professore dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale.
Nausica Gugliemo
Luigi Di Santo
Quindi,nel pomeriggio la relazione della professoressa Carmela Bianco della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – sez. san Tommasod’Aquino in Napoli ,che .ha tenuto la sua originale relazione con una diversa angolazione e interpretazione sulla concezione della “fragilità”.
“Come siamo giunti a perdere la fragilità,-ha spiegato di seguito Carmela Biamco- come valore costitutivo nella formazione dell’essere umano riducendolo a poco meno di un difetto caratteriale da curare? Forse una chiave di lettura la troviamo nelle mancanze e negli errori di cui l’educazione oggi è colpevole. La fragilità è una delle strutture portanti della vita, una delle radici ontologiche, ne è la storia e va assolutamente riconosciuta nel suo valore se vuole essere tutelata dalla comunità. Ma anche l’errore della crisi educativa può servire. Esso è della storia e nella storia.
Mostra la fragilità dei fatti storici. Nel ricordare le cose passate, nel vivere le presenti, nell’immaginare le future sempre viviamo la coscienza oscura della nostra fragilità. Ma questa coscienza di fragilità è rivelazione della natura umana, ovvero di quel qualcosa che nella sua fragilità rivela una particolare bellezza. La vera forza della bellezza emerge dalla fragilità, che a quella bellezza dà valore. Ciò non conferisce alla fragilità il senso della debolezza ma è la peculiarità della condizione umana di porsi domande a cui non si danno risposte.
È il bene prezioso nella relazione con l’altro. È il senso del limite; è ciò che impone all’uomo di fermarsi dinanzi al dolore di un altro uomo. La lezione che la fragilità pone e impone a tutti mostra e insegna a ogni essere umano che può sentirsi fragile. In tal contesto, la tecnologia occupa un posto importante.-ha concluso dicendo- È il mezzo con cui si nega la fragilità perché vissuta come potenziale fonte di salvezza.”
Dopo aver ringraziato i presenti, per aver raccolto l’invito all’evento e per l’attenzione messa durante tutto llo stesso, Nausica Gugliemo ha chiuso i lavori e invitato tutti i presenti ad un prossimo incontro di approfondimento.