Belpietro si allea con l’eCampus di Polidori sulla formazione
“Sponsale dell’intesa tra Belpietro e Polidori è stato Livolsi, ex ad Fininvest e stretto collaboratore di Berlusconi
Così il direttore de La Verità ha stretto una alleanza con la eCampus, l’università telematica della famiglia Polidori (Cepu, Scuola Radio Elettra e la famosa Link University un tempo fucina del grillismo tra i marchi in portafoglio) per lavorare insieme su attività di formazione tradizionale, per esempio una scuola di giornalismo sul modello della academy esistenti (Rcs, Sole24Ore le più note), e sull’online usando le testate verticali in portafoglio (Cucina Moderna, Casa Facile, Donna Moderna, Star bene, etc) che potrebbero sfruttare il loro radicato posizionamento per affiancare alla parte giornalistica la formazione. Sponsale del matrimonio tra Francesco Polidori e il Belpietro una vecchia conoscenza della finanza milanese, Ubaldo Livolsi, che fu per lungo tempo ad di Fininvest e stretto collaboratore di Berlusconi prima di mettersi in proprio e fondare la Livolsi & Partners. Sua l’idea di mettere attorno a un tavolo l’editore de La Verità e la famiglia di Città di Castello che, oltre al fondatore Francesco, vede impegnati anche i figli Martina e Pietro Luigi che si occupano del Cepu. Il berlusconismo deve essere stato un buon collante per far nascere l’alleanza, visto che anche Francesco, dopo aver tentato l’avventura politica in proprio fondando il partito Fdu- Federalismo democratico umbro, era diventato un supporter del Cavaliere.
Polidori potrebbe entrare con una quota di minoranza ne La Verità
Naturalmente da cosa nasce cosa. E anche se al momento la questione è stata appena accennata, Livolsi lavora per portare l’intesa da industriale a vera e propria partnership di capitale. Polidori infatti potrebbe entrare con una quota di minoranza ne La Verità, rafforzando così la compagine anche in vista dei nuovi progetti. Sul giornale di Belpietro, come è noto, aveva messo gli occhi la famiglia Angelucci, che dopo Libero e Il Giornale voleva completare la sua campagna acquisti a Nord prendendosi anche la creatura del loro ex direttore a Libero, che licenziarono con modi maldestri e furono costretti dal tribunale del lavoro a pagargli una montagna di soldi. Praticamente fornirono al giornalista una grossa fetta della liquidità necessaria a mettersi in proprio e fondare la sua casa editrice.“